La chiesetta di san Francesco- I parte
Riportiamo di seguito il primo capitolo del fascicolo dedicato alla "Chiesetta" di Ravanera. Si tratta di una parte introduttiva in cui viene fatta una descrizione molto pittoresca dell'edificio francescano e dell'ambiente che lo circonda. Buona Lettura!
L'invito
La strada asfaltata che attraversa tutto il borgo di Camnago, passando davanti a ciò che raccoglie il cuore di una comunità - Chiesa Parrocchiale, Oratorio, Scuole e Asilo, Cimitero - s'arresta proprio all'estremità dell'abitato, nella frazione di Ravanera, aprendosi sempre di più alla campagna ben coltivata e in ogni stagione ricca di ortaggi, nella valle del Cosia che sale e si restringe a cono.
Qui sorge, in solitudine, la piccola e umile, ma cara chiesetta di S. Francesco.
A noi distratti e disincantati - ormai incapaci di vedere e gustare la natura nel suo splendore e la gioia di guardare il cielo - giunti d'innanzi, è come riscoprire un mondo nuovo, respirare un'aria fresca e odorosa, sentirsi sprizzare scintille d'anima, capace di far vibrar tutto lo spirito.
La chiesetta è in perfetto stile francescano.
S. Francesco amava la solitudine, dove lo spirito ritrova l'assoluto con Dio e se stesso: cercava il silenzio come le Carceri del Subasio e l'asprezza di Sasso Spicco della Verna. Dio è prima di tutto, e il silenzio è l'ambiente naturale che a Lui ci riavvicina. Così sono quasi tutti i luoghi privileggiati del mondo francescano.
S. Francesco di Ravanera appare come un tutto fuso in unità perfetta: il bosco da un lato che quasi l'accarezza con le sue ultime fronde che si chinano sul tetto, dall'altro lato verdi balze degradanti, coltivate a ortaglia, segnate da filari di viti.
Le mura costruite con sassi irregolari strappate dal greto del vicino torrente Cosia: pietre nude a sprazzi coperte da semplice intonaco; semplicissima l'architettura; traspare povertà, umiltà, semplicità, che hanno il fascino di una bellezza naturale ben incastonata nel verde circostante.
Esempio di pace, silenzio, di preghiera, di rispetto della natura.
Vale la pena di una sosta, di una visita, di una preghiera.
Fine Prima parte
L'invito
La strada asfaltata che attraversa tutto il borgo di Camnago, passando davanti a ciò che raccoglie il cuore di una comunità - Chiesa Parrocchiale, Oratorio, Scuole e Asilo, Cimitero - s'arresta proprio all'estremità dell'abitato, nella frazione di Ravanera, aprendosi sempre di più alla campagna ben coltivata e in ogni stagione ricca di ortaggi, nella valle del Cosia che sale e si restringe a cono.
Qui sorge, in solitudine, la piccola e umile, ma cara chiesetta di S. Francesco.
A noi distratti e disincantati - ormai incapaci di vedere e gustare la natura nel suo splendore e la gioia di guardare il cielo - giunti d'innanzi, è come riscoprire un mondo nuovo, respirare un'aria fresca e odorosa, sentirsi sprizzare scintille d'anima, capace di far vibrar tutto lo spirito.
La chiesetta è in perfetto stile francescano.
S. Francesco amava la solitudine, dove lo spirito ritrova l'assoluto con Dio e se stesso: cercava il silenzio come le Carceri del Subasio e l'asprezza di Sasso Spicco della Verna. Dio è prima di tutto, e il silenzio è l'ambiente naturale che a Lui ci riavvicina. Così sono quasi tutti i luoghi privileggiati del mondo francescano.
S. Francesco di Ravanera appare come un tutto fuso in unità perfetta: il bosco da un lato che quasi l'accarezza con le sue ultime fronde che si chinano sul tetto, dall'altro lato verdi balze degradanti, coltivate a ortaglia, segnate da filari di viti.
Le mura costruite con sassi irregolari strappate dal greto del vicino torrente Cosia: pietre nude a sprazzi coperte da semplice intonaco; semplicissima l'architettura; traspare povertà, umiltà, semplicità, che hanno il fascino di una bellezza naturale ben incastonata nel verde circostante.
Esempio di pace, silenzio, di preghiera, di rispetto della natura.
Vale la pena di una sosta, di una visita, di una preghiera.
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Chiesetta incastonata nel verde, pur nella sua solitudine, vicina alle vecchie case di Ravanera un volta umili e agresti. Quasi sentinella in alto collocata dove gli sguardi dei semplici contadini, di ieri e di oggi, sollevando la fronte dalla terra e asciugandosi il sudore, possono ispirarsi al Santo che ricco, volle vestire l'umile saio dei contadini della sua terra, e con Lui accompagnare i propri occhi rivolti al cielo, ritrovando sollievo e conforto in quella Fede che rende sacro e prezioso l'umile e faticoso lavoro dei campi.
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Fine Prima parte
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