Storia Voltiana- A volte non è tutto oro quello che luccica...

Il blog di Camnago Volta continua a raccogliere aneddoti sulla vita del suo più illustre cittadino, Alessandro Volta, grazie anche alla  generosa collaborazione del Presidente della Circoscrizione IV, Franca Ronchettiche ringraziamo a profusione per le storie e curiosità che continua a mandarci. 

Negli anni Novanta la Presidente Ronchetti ha avuto modo di svolgere una serie di ricerche su Alessandro Volta, pubblicate poi a puntate sul quotidiano locale di Como, la Provincia. A differenza delle ricerche a carattere scientifico e tecnico, in queste indagini il personaggio di Volta viene presentato sotto una luce più "umana", per concentrarsi su avvenimenti particolari della sua giovinezza o sui rapporti che ebbe col borgo di Camnago. 



Questa volta la nostra lettrice ci accenna un singolare episodio dell'infanzia di Volta: quando rischiò di annegare nel ruscello di Campora per via di alcuni contadini che, per prendersi gioco di lui, gli avevano raccontato che sul fondo del ruscello c'erano tracce d'oro. Quelle tracce scintillanti -ahimè - erano in realtà laminette gialle di mica che, con la luce del sole, davano al giovane Volta l'impressione che si trattasse davvero del metallo prezioso!


Come Alessandro Volta bambino... a cercar pagliuzze o altro di luccicante nell'acqua. Cit. e foto di Daniela Manili Pessina

Spinto dall'innata curiosità per tutto ciò che é opera della natura, il giovane Volta si sporse fino a scivolare in acqua! Alla fine fu soccorso dagli stessi contadini che lo indussero a raccogliere la mica e che si pentirono, non avendo idea delle conseguenze di quello scherzo. In ogni caso, l'episodio si rivelò utile per Alessandro Volta che imparò ad essere più riflessivo e a capire (è il caso di dirlo) che nella vita non sempre é tutto oro quel che luccica.

Volta non se la prese a male con i contadini Camnaghesi per questo episodio; al contrario, continuò a stimarli e a voler loro bene, trattandoli proprio come se fossero parte di un'unica, grande famiglia: le porte della villetta di Campora (dove Volta abitava) erano sempre aperte agli amici, con i quali lo scienziato discuteva e ammirava la natura, tra una portata e l'altra di buon cibo; ne ascoltava problemi e necessità e, alla sera, li ospitava per la recita del rosario.


Insomma, Alessandro Volta era molto affezionato alla sua terra, Campora, e ai suoi abitanti: a testimonianza di questo legame vi è una lettera dal tono nostalgico del 1781 che lo scienziato scrisse al fratello mentre si trovava a Ginevra per motivi di studio. Ecco cosa scrive:

"A Campora ci saranno i nostri preti che sfoglieranno breviario e tabacchi, e vuoteranno bicchieri, e dopo pranzo arrampicheremo insieme su pei monti tra i ricci delle castagne, i rovi degli sterpi ..."


Foto di Daniela Manili Pessina

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